Timballo di piccioni

Il timballo di casa Girotti è famoso. 
Come lo faceva nonna non lo fa nessuno; zia Mariuccia si è dimostrata degna erede della ricetta mantenendo il segreto gelosamente.
La sottoscritta cerca di seguire le orme, arrancando alla ricerca della ricetta perfetta, cercando di "codificare" un qualcosa di indefinito, visto che a casa nostra si è sempre cucinato ad occhio, il famoso q.b., quell'occhio a cui sto cercando di riallenarmi, perché quando cucino "ad occhio" cucino di sicuro meglio.
Questa versione è la mia, nonna e parentume non c'entrano nulla.
Ho deciso di provare con un ragù di piccione: animale affrontato una volta sola.
Un timballo di piccioni esiste ed è dell'Artusi, ma nella versione del famoso gastronomo il piccione veniva lasciato in pezzi, pezzi con cui venivano conditi i maccheroni del timballo.
Ho cercato di rivedere la ricetta per renderla forse, e dico forse, più appetibile e meno difficoltosa da mangiare.
Il piccione fa parte della nostra tradizione culinaria e fortunatamente sta tornando in auge.
Fin dal Medioevo veniva utilizzato in cucina e la presenza delle colombaie nelle mura dei castelli dell'epoca lo dimostra ampiamente.
Fa parte della selvaggina da piuma, con una carne che viene definita "nera" per distinguerla dalla bianca del pollame e dalla rossa dei quadrupedi.
E' una carne "corposa", saporita, con un sapore meno "selvatico" rispetto alla selvaggina vera e propria, soprattutto perché ai giorni nostri viene allevato e, anche per questo, non necessita di lunghi periodi di frollatura.
Nella tradizione gastronomica il piccione veniva cucinato a lungo, proprio per far in modo che non vi fosse più sangue; ai giorni nostri vengono privilegiate cotture rapide che mantengono la carne morbida...c'è da dire che i piccioni che si trovano in commercio sono piccioncini di piccole dimensioni e quindi più teneri di per sé.
Il piccione viene venduto spiumato, ma con la testa per valutare la freschezza dell'animale attraverso l'osservazione degli occhi (che non devono essere incavati) e del becco (che deve essere flessibile).
Questa volta ho tentato l'esperimento del video per tentare di spiegare il disossamento: un risultato alquanto inquietante, ma son gli inizi...chiedo venia! (come per le foto: la macchina è deceduta e per ora non se ne parla)



Ingredienti per la pasta frolla:

450 g di farina di grano tenero 0
225 g di burro a temperatura ambiente
225 g di zucchero
3 rossi d'uovo
1 pizzico di sale
cannella

Fare la fontana con la farina, nel buco centrale mettere il burro in pezzi, lo zucchero, i tuorli, il sale e la cannella.
Quanta cannella? Ecco questa è una di quelle cose che è difficile specificare. Diciamo " a sentore": se è troppo vi rovinerà il timballo, se troppo poca non si sentirà. Il risultato si ottiene quando chi mangia vi chiederà: "Ma per caso hai messo della cannella?". Quel "per caso" vi farà capire che avete messo la giusta quantità!
Lavorare gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio. Coprire e far riposare in frigorifero.

Per il ripieno.

2 piccioni 
2 cipolle dorate
1 piccola costa di sedano
2 carote
1/2 porro
2 chiodi di garofano
2 cm di stecca di cannella
1 bacca di pepe Sichuan
2 bacche di cardamomo
125 g di funghi porcini secchi
sale
pepe
olio extra vergine di oliva

Per la vellutata al brodo di piccione:

100 ml di panna
30 g di burro
30 g di farina
sale
pepe

400 g di penne ricce

Disossare i piccioni come vi faccio vedere in questo splendido video!




In una pentola abbastanza profonda disporre una dadolata grossolana preparata con una carota, una costa di sedano, una cipolla in cui avrete infilato i chiodi di garofano, la cannella, il pepe, il porro e il cardamomo. Salare. Portare ad ebollizione ed aggiungere le carcasse di piccione, abbassare la fiamma al minimo, schiumare ogni tanto e far cuocere per circa 2 ore.


Filtrare il brodo e serbare in caldo.

Far ammorbidire i funghi in acqua.
In un tegame far soffriggere leggermente la carota e la cipolla rimaste tritate finemente. Aggiungere i funghi tagliati sottilmente e i petti dei piccioni. Far cuocere a fuoco vivace per far rosolare la carne. Quando sarà ben sigillata aggiungere 2 mestoli di brodo, coprire e continuare la cottura per circa 40 minuti.
Una volta cotti trasferirli su un tagliere e sminuzzarli con il coltello, rimettere nella pentola con il fondo di cottura.


Per la salsa.

Preparare un roux con il burro e la farina, aggiungere 250 ml di brodo lentamente fino ad ottenere una vellutata, aggiungere la panna, aggiustare di sale e pepe, far addensare leggermente e spegnere il fuoco.

Preparazione del timballo.

Accendere il forno a 180°.
Riprendere la pasta frolla, stenderla con il matterello su una superficie infarinata e rivestirvi uno stampo a cernia imburrato da 24 cm.
Portare ad ebollizione abbondante acqua. Quando bolle gettarvi del sale grosso e far cuocere le eliche molto al dente (ho calcolato 4 minuti meno del tempo di cottura previsto). Scolare e condire con i piccioni, il loro fondo di cottura e la salsa.
Assaggiare per vedere se è il caso o meno di salare (deve essere tutto perfetto, gli aggiustamenti in questo caso sono difficili, visto che viene richiuso tutto in crosta).
Ricoprire la superficie con la pasta frolla rimasta ed infornare per circa 40 minuti, fino a doratura.
Far raffreddare qualche minuto prima di servire.


La fetta fotografata di nascosto!

Ovviamente l'ho servito in incognita ed è stato molto apprezzato...se avessi detto che dentro c'era il piccione sicuramente non avrebbe riscosso lo stesso successo!

Per altre notizie sul piccione date uno sguardo qui.


Con questa ricetta partecipo al contest "I magnifici 6"




Commenti

  1. Un piatto sontuoso, direi! Non ho mai mangiato il piccione, ma ti assicuro che assaggerei il tuo timballo molto volentieri, e difficilmente mi fermerei alla prima fetta...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I timballi sono sontuosi: hai ragione! A me ricordano i pranzi delle feste, i parenti attorno al tavolo, tanto cibo e vino nei bicchieri.

      Elimina
  2. ah ah troppo carino tuo figlio, un quadretto intimo intimo solo per il pubblico del blog!! Belli che siete, anche io con mio figlio mi diletto. Sarei curiosa di sapere dove hai trovato i piccioni! Tu mi piaci perchè non ti fermi davanti a nulla, anche io sono così...squarto, disosso, squamo, eviscero...eh, lo so...ma questo l'ho imparato in tanti anni. Questo timballo deve essere una vera delizia....complimenti come sempre!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh potremmo organizzare una session madri-figli e coltellacci!!

      Elimina
  3. Cri, io ti adoro!!!
    Amo il piccione alla follia, ma lo trovo troppo raramente per i miei gusti. Quando lo trovo però è una festa e sono riuscita a iniziare alla sua carne anche la mia nipotina, che adesso lo adora quanto me!
    Delizioso questo timballo e molto curiosa la crosta di frolla dolce: io istintivamente avrei usato una briséé neutra, ma se tu hai scelto il dolce mi fido!
    Grandissima e complimenti per lo splendido video con il dialogo mamma-figlioletto! <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie...il piccione l'ho ordinato, anche da me non si trova normalmente. Sulla frolla non ci ho pensato neanche più di tanto: il timballo da me si è fatto sempre con la frolla dolce...ora tocca provare con la briséé.

      Elimina
  4. Anonimo10/30/2014

    Il piccione è strepitoso, a me piace tantissimo. E mia nonna condiva le pappardelle con il solo olio nel quale erano stati cotti i piccioni, con l'aggiunta di poco pomodoro. Una delle cose più buone del mondo, e fatta con niente. Che nostalgia!
    P.S.: questa ricetta fa molto Artusi! :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti l'Artusi ha tra le ricette un timballo di piccioni, con i piccioni lasciati in pezzi....mooolto difficile da mangiare!

      Elimina
  5. Collaudata addirittura no, sperimentata si!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari