Pici con crespigno e guanciale di cinta senese
Ancora non ho capito cosa sia essere foodblogger. Per alcuni fa fico, per altri è espressione di una passione, per altri ancora diventa quasi una malattia...per i più fortunati è un lavoro.
Sembra sempre che bisogna star lì a giustificarsi: "Eh: beata te che hai tempo!"...ed è vero di tempo ce ne vuole, ma dipende sempre da come viene fatto.
Cucinare cucino e tanto, in maniera quasi maniacale. Ma il tempo per i set fotografici, per lo scatto non riesco a trovarlo, non che non mi divertirebbe ma, non essendo una qualcosa che mi viene istintiva, mi costa più concentrazione, più sforzo.
Sto arrancando dietro a questo mio spazio, che finora non ha fatto altro che farmi "crescere" dal punto di vista gastronomico, rendendomi conto ogni giorno di più di quanto sia stata e sono tuttora ignorante in materia: mille tecniche, mille trucchi...ed è questo che mi diverte, continuare ad imparare e cercare di mettere in pratica.
Vi parlavo del tempo. Penso a questa ricetta. Il guanciale ha cotto lentissimamente martedì sera ed il crespigno idem. I pici fatti a tappe: un po' martedì, altri mercoledì all'all'alba e gli ultimi ieri notte....dopo aver passato la bellezza di 11 ore in cucina, tra corso ed un evento. Quando mi sono ritrovata a scattare la foto alle 23:39 ho pensato che fosse ora di mettere un punto, ma in realtà non mi va di cedere, è il mio piccolo spazio e anche se "pecione" e gestito male vorrei provare a portarlo avanti. Tutto questa pappardella non per farmi dire brava, perché molti di noi sul web vivono il blog allo stesso modo ed è per questo che mi innervosisco quando leggo delle ricette in cui c'è il nulla, solo "fuffa", solo appeal ma nessun lavoro dietro. Ma fedele al mio motto ("Il mondo è bello perché vario") va bene così!
I pici li ho conosciuti con l'MTChallenge vinto da Patty. Li avevo mangiati in precedenza, ma mai cucinati. Forte è stata la tentazione di andare a vedere le ricette di quella sfida, ma ho resistito.
Per il contest "Toscana, terra del buon vivere" ho deciso di abbinarli a del crespigno selvatico, che ricorda la cicoria o il tarassaco, ma in maniera più delicata e al guanciale di cinta. E' un piatto povero, ed ho cercato di rispettare il legame col territorio. Buona giornata!
Per 2 persone
100 g di farina di grano
tenero 0
50 g di semola rimacinata di
grano duro
1 cucchiaio di olio extra
vergine di oliva
acqua q.b.
1 pizzico di sale
500 g di crespigno
70 g di guanciale di cinta
senese
1 spicchio d’aglio
peperoncino
olio extra vergine di oliva
pecorino grattugiato per
completare
Per i pici. Fate la fontana
sulla tavola da lavoro con le farine, al centro versate l’olio e il sale e
cominciate ad incorporare la farina con l’aiuto di una forchetta. Aggiungete
l’acqua e continuate a lavorare con le mani fino ad ottenere un composto liscio
ed omogeneo.
Avvolgetelo in un panno e
fatelo riposare in un luogo fresco per circa 1 ora.
Con l’aiuto delle dita
arrotolate un pezzetto di pasta alla volta in modo tale da formare i pici, per
non farli attaccare fateli riposare su una teglia spolverata semola.
Sciacquate il crespigno.
Fatelo lessare in acqua bollente salata per pochi minuti. Scolatelo e trasferitelo
in una ciotola di acqua fredda per mantenerne il colore brillante.
Tagliate il guanciale a
striscioline e fatelo rosolare a fuoco bassissimo fino a quando non avrà perso
tutto il grasso e sarà diventato croccante.
Portate a bollore dell’acqua
per la cottura dei pici. Nel frattempo fate stufare uno spicchio d’aglio in un
filo d’olio con il peperoncino e ripassatevi il crespigno.
Scolate il guanciale dal suo
grasso ed unitelo al crespigno.
Fate cuocere i pici.
Con dell’acqua di cottura
della pasta create un emulsione con il grasso del guanciale.
Scolate i pici fateli
insaporire nell’emulsione e conditeli con il crespigno e il guanciale.
Completate con una spolverata
di pecorino grattugiato.
Con questa ricetta ho partecipato al contest "Toscana, terra del buon vivere"
Brava Cri!
RispondiEliminaMi piace tutto quello che hai scritto e mi sono rivista in te che scatti la foto poco prima di mezzanotte e di chiede "ma chi me lo fa fare"!
È un amore irrazionale!!!!!!!
Hai detto giusto: passione allo stato puro!
EliminaNessuno ti può capire meglio di me! E ti ammiro tanto, perché hai comunque la forza e la voglia di continuare. Mi sto avvicinando ora alla conoscenza delle piante selvatiche commestibili e non appena riuscirò a mettere le mani su qualche ciuffo di crespigno che non si trovi a bordo strada, voglio provare la tua ricetta. Continua così Cri, c'è bisogno di tutta la tua sapienza e la tua umiltà per contrastare la moda del "sotto lo scatto niente"...come dice la nostra comune amica.....:)
RispondiEliminaMa tu hai cominciato prima: vediamo quanto resisto! Sapiente non mi ci sento, appassionata si. Per le erbe selvatiche è un mondo al quale mi sto avvicinando, ma trovarne di "pulite" (oltre alle macchine i cani!) richiede un po' di scampagnate!
EliminaConcordo su tutto-e specialmente sulle ultime parole di Roberta: c'è bisgogno di persone come te,c'è bisogno di un blog come il tuo. Non più tardi di ieri, gettavo alle piante selvatiche commestibili che pungono :-) quel che resta dellemie remore per dire che non se ne può più di belle foto e basta: sotto lo scatto niente, ho scritto, di getto, manifestando tutta la mia idiosincrasia per le immagini che non comunicano niente, a chi di cibo o ne sa o ne vuole imparare. Tu appartieni alla prima categoria, io e tanti, tantissimi altri, alla seconda: esono i blog come il tuo, l'unico ponte che ci resta, in tutta questa fuffa... Resisti e se hai bisogno fai un fischio: vedrai in quanti accorriamo ad aiutarti!
RispondiEliminaNo, no: non ne sono affatto, ma ho voglia di imparare e non puoi capire che svolta ha segnato per me l'incontro con l'MTC: senza questa sfida mensile probabilmente avrei già mollato.
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